Michael Cheval, maestro dell’Absurdism
L'assurdo è il principio delle sue creazioni
«C’era una volta…», così inizia una fiaba, il racconto metaforico prodotto dalla psiche dove gli archetipi, le immagini primordiali autoctone, capaci cioè di generarsi in forma autonoma, con la loro impetuosa forza possono essere numinosi, ovvero possono far vivere esperienze intense, estatiche o distruttive, anche assurde.
E nel mondo dell’assurdo si muove agevolmente Michael Cheval, pseudonimo di Michail Chochlačev, artista russo naturalizzato statunitense, pittore, disegnatore, ritrattista e scultore, autore della corrente surrealista dell'Absurdism, ‘assurdismo’ nella traduzione letterale.
Esplorare il portfolio del suo sito web è come viaggiare senza bussola tra l’illogico e l’assurdo, come in una allucinazione. Oltre alle varie raccolte di dipinti, vi sono ritratti, sculture, ma anche testi di canzoni, chitarre decorate fantasiosamente, copertine di album musicali. Ogni suo atto creativo è un racconto ermetico, simbolico, dove regna sovrana l’immaginazione priva di logica.
Cheval descrive nel suo libro Nature of Absurdity il suo stile e la sua visione, l’assurdo è il principio delle sue creazioni, intende le sue opere come delle illusioni, delle idee che scaturiscono dalla sua vivacissima immaginazione che l’atto creativo poi trasforma in dipinti intrisi di metafore, di enigmi e indovinelli che il fruitore è stimolato a risolvere.
Cheval nasce il 29 maggio 1966 a Kotel'nikovo, una cittadina del sud della Russia, da una famiglia di artisti, il padre Mikhail autodidatta lo inizia al disegno, mentre il nonno Yuri Lipov era uno scultore professionista. La sua vita è stata caratterizzata da continui spostamenti da un paese all’altro.
Nel 1980 la famiglia si trasferisce in Germania per qualche anno. In questo periodo Cheval compone canzoni, suona in un gruppo rock e scrive poesie. Nel 1986 si trasferisce a Balkanabat, in Turkmenistan, continuando la sua produzione pittorica che verrà esposta nella sua prima personale al Museo Statale di Belle Arti, acclamata dalla comunità degli artisti internazionali. Consegue poi la laurea presso la Scuola di Belle Arti nel 1992 nella capitale turkmena, Asgabat.
Nel 1993 si trasferisce a Mosca, lavorando sia come indipendente sia come illustratore per alcune case editrici, includendo la "Planeta". Nel 1997 emigrò a New York. L'anno seguente divenne membro del National Arts Club. Vive e lavora nel New Jersey, dove ha co-fondato la Cheval Fine Art Incorporation.
Contemplando le sue opere si evince quanto l’artista sia stato influenzato dal surrealismo, in particolare da Magritte e Dalì, protagonisti di alcune sue opere, e dal teatro dell’assurdo di Becket e Ionesco. È evidente anche l’influenza del cinema surrealista di Greenaway e Buñuel, quest’ultimo ha trattato nel corso della sua carriera cinematografica temi come la natura dell'inconscio, l'irrazionale, la sessualità umana e la critica anti-borghese e anti-clericale.
Ma l’intento di Cheval non è quello di attingere al mondo simbolico dei sogni o del subconscio come nel surrealismo ma di operare un ribaltamento della logica per comprendere profondamente la realtà. Le opere di Cheval sono delle vere trame letterarie in cui tutti gli elementi sono accuratamente scelti per dare corpo al racconto metaforico.
Così, se vi piacciono gli indovinelli, provate a decifrare i suoi dipinti e a tesserne un racconto!
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