mercoledì 4 marzo 2020

La follia delle folle ai tempi del coronavirus.

Da quando è scoppiato il caso "coronavirus" l'Italia è piombata in una nevrosi isterica, complici sia le informazioni discordanti sul virus, sulla sua origine e diffusione, che le frettolose azioni istituzionali atte a contrastare l'epidemia. Si è creato uno stato di confusione sul da farsi, un "procurato allarme" che ha avviato le risposte isteriche della gente, la corsa all'acquisto di mascherine e disinfettanti, l'approvvigionamento spasmodico di cibarie e scorte come in uno stato di imminente guerra e carestia.
E mi è tornato prepotentemente alla memoria un libro che lessi quando frequentavo l'università e che mi aveva molto affascinato; "La Psicologia delle folle" di Gustave Le Bon, quanto mai attuale!
In particolare una frase che riporto fedelmente: "Le folle non sono in alcun modo illuminate dalla luce della ragione; in quanti fanno parte di esse si determina un annullamento della personalità cosciente e un predominio di quella inconscia; per il solo fatto di appartenere ad una folla l'uomo scende di parecchi gradini la scala della civiltà diventando un istintivo, un primitivo, un barbaro."
Se aggiungiamo a questo l'emozione paura il gioco diventa più duro: assistiamo oltre che all'annullamento della personalità cosciente e al predominio della personalità inconscia, all'orientamento dei sentimenti e delle idee, determinato dalla suggestione e dal contagio, in un unico senso (difendersi e combattere il virus), l'individuo non è più sé stesso ma un automa impotente e incapace di guidare la propria volontà, preda delle maree della folla.
Sappiamo dalle neuroscienze che l'emozione di paura, il senso di incertezza e di angoscia, "stressano" il sistema immunitario e alterano la risposta biochimica del nostro corpo, rendendoci maggiormente vulnerabili ai virus e alle malattie, proprio ciò che vorremmo evitare!
Poichè non abbiamo il controllo se non di noi stessi e delle nostre risposte agli eventi che accadono "in" noi, iniziamo ad esercitarlo adesso! 
Il coronavirus, a mio parere, ci sta offrendo delle opportunità, sta a noi decidere se coglierle o meno.
Esaminiamo quali sono: 
Innanzitutto ci offre la possibilità di "isolarci" per entrare in contatto con noi stessi, di sentire il nostro respiro dentro la "mascherina", una metafora della difesa dalla realtà che percepiamo minacciosa. 
Rallentiamo per rivedere le nostre convinzioni sul mondo e su noi stessi, per rivalutare il nostro obiettivo di vita, i valori personali e collettivi.
Il silenzio dell'isolamento ci permette di ascoltare la voce interiore, spesso taciuta dagli impegni quotidiani e dalla fuga da sé stessi,  evitando però che il distacco dal mondo esterno diventi cinismo e diffidenza.
Inoltre, il virus è un elemento vivo dell'Ombra, una forma archetipica che rievoca la paura della morte, della malattia, la sua ombra dilatata dall'assenza di ascolto ci può sovrastare se non la vediamo e la accogliamo.
L'incontro con gli archetipi impone un' operazione alchemica, la trasmutazione dei lati oscuri in luce che accade nel momento in cui accettiamo le emozioni che ci provocano.
Come rispondo alla paura? Cosa sento quando viene pronunciata la parola coronavirus?
Che emozione suscita l'immagine del virus?
Questo processo di ascolto interiore è la materia prima della trasmutazione.
Il caos generato dalla presenza del virus rappresenta una svolta evolutiva, una crisi che conduce a un cambiamento di paradigma sia a livello personale che collettivo.
Poichè ogni cosa ha un suo scopo e messaggio, non possiamo fuggirne ma comprenderlo.
Vorrei soffermarmi sul nome corona-virus, sappiamo che ogni nome ha una frequenza, una vibrazione, è portatore di un significato nascosto, esoterico.
Questo nome richiama il settimo chakra Sahasrara, detto chakra della corona, situato sulla sommità della testa, non governa nessun organo, al contrario degli altri, ma è responsabile del corretto funzionamento della corteccia cerebrale e della ghiandola pineale, presiede alle più alte funzioni del pensiero quali trascendenza, conoscenza e spiritualità.
Il suo nome sanscrito è "mille volte tanto", in riferimento ai mille petali del fiore di loto che schiudendosi uno ad uno simboleggiano lo sviluppo spirituale individuale.
Il Sahasrara è connesso ai sentimenti di compassione, di altruismo, di umiltà, di perdono, di fiducia, quando è equilibrato, mentre invece quando è bloccato il pensiero lucido ne risente gravemente, sono presenti sintomi quali mal di testa, fobie, psicosi, elementi che bloccano lo sviluppo spirituale e che fanno precipitare nel materialismo, nell'insoddisfazione che non diminuisce con l'accumulo di beni fisici, nella paura della morte rifiutando tutto ciò che non ha una spiegazione logico-razionale.
Esattamente ciò che sta succedendo in questo preciso momento storico!
Il paradigma materialistico ha prodotto l'esaurimento delle risorse planetarie allontanandoci sempre più dalla nostra "umanità", dalla connessione con la natura, con la madre terra che ci sostiene ancora nonostante noi "esseri umani", che accoglie sulla sua terra martoriata e depradata uomini "alienati", mossi dall'interesse personale, dal consumismo emotivo.
Ebbene siamo di fronte ad una presa di coscienza epocale, come utilizzeremo lo strumento evolutivo che il caos ci offre?
Abbiamo a nostra disposizione un ingrediente speciale, base di ogni creazione, l'Amore,
il centro del tutto.
Esso influisce sulla biochimica, sul DNA, cellula per cellula, è un mistero "sentito" nel corpo, è l'energia quantica che arriva dalla sorgente creativa, è ovunque, il mattone primario di tutto ciò che è, anche della coscienza. Non ha secondi fini, è un cerchio puro.
Amore dal latino A-mors, senza morte, significa, al suo opposto, che senza amore si muore, laddove c'è amore vi è la vita.
Il miglior vaccino quindi è l'amore, eleva le nostre frequenze, ci rende immuni, forti e vitali!
Concludo con una frase che amo molto:

"Il mio peso è il mio amore, esso mi porta dovunque mi porto." Sant'Agostino