giovedì 25 maggio 2017

omaggio a Maria Carta


Che il vento non cessi stanotte
non c'è luce nel vuoto del cielo
ogni cosa se ne va
sotto la pioggia oscura
giù nel turbinio
sui lunghi sentieri
che si perdono nel mare.
Io chiederò umilmente
che ogni fiore continui a sbocciare
anche dopo di me.
Che durino le luci ferme
l'ordine chiaro dei cipressi
le vigne dei seminati
il lungo sguardo
su tutte le cose che ho amato.
La terra che custodirà
il diritto al mio sonno
senza fine
dove neanche il ricordo
potrà raggiungere le nebbie
della mia infanzia
ma solo colpi di zappa e mani stanche
popoleranno la mia memoria.
Ora lo sgomento della notte
si trascina insieme alla mia pena
e nella mia stanza
entra lentamente
la strana tristezza del tempo.

Maria Carta